JVA Solothurn

Un istituto ad alta sicurezza al passo coi tempi

Il carcere giudiziario di Soletta offre spazi di vita e di lavoro a 96 detenuti a rischio recidivo o di fuga. Con un sistema rigoroso di sicurezza si garantiscono la sicurezza della popolazione e una detenzione moderna.

L’istituto JVA Solothurn è nato dalla fusione amministrativa del carcere giudiziario «Schöngrün» e del centro terapeutico «Im Schachen», decisa dal Consiglio di Stato. Per l’unione delle due sedi, avvenuta  nel 2014, è stato necessario costruire un nuovo edificio e risanare quelli già esistenti. Pablo J. Loosli, direttore dell’JVA Solothurn dal 1° aprile 2010, ha seguito il progetto in stretta collaborazione con l’ufficio edile cantonale competente. Dal 1° gennaio 2015 l’JVA offre 60 posti, rispettivamente 36 posti per la detenzione preventiva o penale. Tenendo conto del rischio di recidiva o di fuga dei 96 detenuti, la sicurezza ha una posizione centrale all’interno dell’istituto. Infatti la parte esterna è circondata da un impianto di doppia recinzione e controllata da termocamere.  

Misure di alta sicurezza

L’JVA Solothurn risponde a due compiti: protegge la popolazione dai detenuti e prepara questi ultimi a una vita senza delitti dopo la scarcerazione. «I detenuti sono tenuti a lavorare da lunedì a venerdì. Seguiamo quindi l’approccio agogico. Ciò significa che ci orientiamo alle loro capacità e che promuoviamo la soddisfazione per i risultati ottenuti. I detenuti abitano in piccoli gruppi e devono rispettare un rigido programma giornaliero che migliora le competenze sociali attraverso molteplici attività di gruppo. Di notte sono rinchiusi nelle proprie celle», spiega Pablo J. Loosli.

Il progetto ParCom ha convinto i mandatari

L’ufficio edile cantonale di Soletta ha messo al bando la realizzazione di tale progetto. ParCom Systems ha presentato un progetto per un sistema di chiamata in cella con 90 posti telefonici e un’ampia videosorveglianza. La soluzione ParCom ha convinto i mandatari e così la PMI di Emmen ha potuto realizzare le misure di sicurezza nell’istituto high-tech di Soletta. «Sempre nel limite del possibile, cerchiamo di riprodurre la vita reale», dichiara Pablo J. Loosli. «I detenuti, di tanto in tanto, si muovono liberamente all’interno del campo, sempre e comunque sorvegliati dalla videocamere. Visto che la sicurezza della popolazione e del personale cadono nelle nostre responsabilità, per noi è indispensabile avere dei prodotti impeccabili e un partner che, in caso di necessità, può intervenire immediatamente. Per questo motivo abbiamo stipulato dei contratti di manutenzione molto rigidi. Un’altra grande sfida è stata quella del collegamento a tappe dell’infrastruttura dell’ex centro terapeutico con il nuovo edificio. In questo lavoro ParCom si è dimostrata un partner affidabile.»